
Una piovosa domenica di novembre.
Guardo fuori dalla finestra: i densi nuvoloni grigi che mi hanno salutato stamattina, quando ho aperto le imposte, non accennano ad andarsene. È la giornata ideale per un tè caldo, una coperta, il divano e un buon libro. Ma i miei programmi sono un po’ diversi. Ovviamente il tè non mancherà, ma non lo berrò a casa.
Una location cozy e hygge.
Ecco dove preparerò il tè oggi pomeriggio alla Bottega di una volta. Si tratta di un grazioso negozio, in centro a Vercelli, la mia città. Prodotti biologici, naturali, a Km0, equosolidali e non solo: le due ragazze che lo gestiscono hanno un incredibile entusiasmo per condividere sia i cibi che le culture e le storie che questi portano con sè. Grazie a loro, un uggioso pomeriggio d’autunno è diventato una festa.


Persone attente e curiose.
Non bisogna mai stupirsi di quanti nuovi amici il tè chiami, stuzzichi e attiri a sé. Anche chi ancora non lo conosce così bene, un freddo pomeriggio di Novembre decide di uscire da casa intrigato… e mi permette di accompagnarlo in viaggio, alla scoperta del tè, di come nasce e come si prepara.
Ecco a voi il Viaggio alla scoperta del Té.
Dopo aver rotto un po’ il ghiaccio raccontandoci abitudini e preferenze, ci siamo dati qualche “regola” per l’infusione (occidentale o orientale?) e per la degustazione (prima guardiamo il liquore, poi lo annusiamo e solo infine lo assaggiamo).
Ben equipaggiati, siamo partiti!
Prima tappa, Giappone. Ci siamo immersi nella magica atmosfera delle verdissime, ordinate e “morbide” piantagioni che ogni anno ci regalano tè deliziosi, umami, marini e vegetali. Sullo sfondo del monte Fuji, ci siamo fermati ad assaggiare un tè verde dalle larghe foglie e dai sentori erbacei, il Bancha. Grazie al suo aroma fresco e al fatto che questa tipologia di tè abbia di norma una dose ridotta di caffeina, ha subito conquistato un po’ tutti. Qui abbiamo abbinato della frutta secca.

Poi siamo atterrati a Ceylon, dove abbiamo degustato un tè nero: colore intenso, gusto morbido e lievemente fruttato. L’abbinamento con una bella albicocca disidratata.

Infine, non poteva mancare la Cina nel nostro viaggio. Qui era difficile scegliere che cosa bere, avendo noi a disposizione ben sei colori per il nostro tè: bianco, giallo, verde, rosso, blu e scuro. La scelta è ricaduta su quest’ultimo, un tè post-fermentato della zona dello Yunnan. Abbiamo aperto una torta di Pu’erh Shu, e abbiamo sperimentato sia un’infusione occidentale che tre in gaiwan. È stato davvero interessante sperimentare le differenze aromatiche che si sviluppano scegliendo di preparare il nostro tè secondo una modalità oppure l’altra! Aroma di legno fresco e sottobosco appena dopo la pioggia ha riempito il locale, i palati sono stati accarezzati da un tè morbido, senza spigoli o tannicità, dolce.



Tutto questo bere ha messo un po’ di appetito, così abbiamo chiuso “i lavori” sgranocchiando grissini al parmigiano. Il tè si sposa tanto bene col dolce, quanto e forse ancor di più col salato!
Per me è stato un viaggio emozionante e il pubblico ha apprezzato le chiacchiere, i profumi e i sapori: il tè connette sempre persone e passioni!

Un pensiero su “La mia degustazione in Bottega a Vercelli”