Amo le degustazioni: si assaggia, si sperimenta, si impara, si scambiano opinioni, nascono nuovi spunti, si conoscono persone interessanti. Oggi c’è stato tutto questo, ma con un cambiamento di prospettiva: il tè l’ho preparato e raccontato io!


In Bottega, dove avevo già intrapreso un piccolo giro del mondo attraverso tre tazze di tè, ho diviso il tavolo con quattro interessatissime compagne di viaggio per iniziare la scoperta della nostra deliziosa bevanda preferita.

È una giornata freddina, novembre bussa alla porta: il benvenuto sarà caldo e avvolgente.

Intorno ad un tavolo, come una volta, anche se con attenzione alle giuste distanze, le ospiti prendono posto. Ci presentiamo, storie curiosità e passioni diverse ci portano qui: per rompere il ghiaccio, niente di meglio di un’inebriante infusione, in stile occidentale. Una semplice capiente teiera di vetro che permette di ammirare il colore ambrato del tè riempie gorgogliando appena le tazzine. Il primo tè un Tie Kuan Yin roasted del Fujian, ossidazione medio-bassa, con sentori nocciolati. Con l’occasione di parla un po’ di questa affascinante famiglia che sono gli Oolong. Qualcuno si chiede se il tè debba essere bevuto da solo o non stia bene anche a pasto, abbinato al salato, ad esempio. La risposta è qui, nel nostro primo spuntino cracker di canapa e taralli all’olio extravergine di oliva con frutta secca: nocciole mandorle e anacardi. ebbene sì, chi beve da un po’ ha già avuto modo di sperimentare quanto l’abbinamento col salato sia assolutamente vincente!
Il secondo tè che con Marta e Barbara abbiamo scelto da proporre viene dallo Yunnan e mi permette di raccontare una storia che amo molto, quella della via del tè e dei cavalli che in un lontano passato portava il tè dalla zona di Pu’er City, in Cina, a Lhasa in Tibet. Le popolazioni tibetane, in cambio, davano i loro cavallini molto veloci e resistenti, utilissimi all’esercito cinese. Calati in queste atmosfere, apriamo una torta di Pu’er Shu, tè scuro post-fermentato, dai sentori estremamente particolari e inaspettati per chi non lo ha mai sperimentato. Legno, sottobosco, una giornata di pioggia, terra bagnata, per qualcuno l’armadio della nonna, con una morbidezza e dolcezza di fondo, quasi vanigliosa.



Lo proviamo prima in caraffa e poi, visto che oggi è un giorno di scoperta, in gaiwan, teaware semplicissimo ma molto curioso al primo incontro. Quando cambia il liquore in caraffa e in gaiwan! Il colore più intenso, le note più profonde, i sapori più sfaccettati! Dopo il salato nel nostro ti parti abbinamento col dolce: biscottini alla nocciola e uvette e ricoperte di cioccolato al latte. La morbidezza e la burriosità del cioccolato al latte e di questo biscotto alla frutta secca, si sposano con un tè di carattere, ma mai tannico, che pulisce il palato e ci fa venire voglia di prendere un altro biscotto!


Raccontando, bevendo, chiacchierando e assaggiando – come dice Orazio – il tempo avido vola. È ora di andare a casa, ma non ci fermeremo qui: ci saranno altri tè, altri momenti insieme, altre storie: è davvero entusiasmante constatare ogni volta quanto interesse e quanta vita ci sia intorno ad una cosa che può sembrare piccola e semplice, ma che in realtà si rivela piena di significati e sfaccettature, come il tè!

Grazie alle ragazze di Bottega, che ci hanno ospitato nella loro bellissima casa e hanno voluto farci provare in loro tè, a tutte le partecipanti che hanno intrapreso questo viaggio e condiviso le loro passioni, grazie Noemi per le foto e i video strepitosi.
A presto!