
Era il maggio del 2018 e stavo rincasando, manco a dirlo, da una degustazione di tè. Il maritino guidava e io, dal lato del passeggero, lessi un messaggio Instagram che mi chiedeva come mi erano sembrati i tè che avevo assaggiato e postato nelle mie stories. Si trattava di tre kocha, tè neri giapponesi, provenienti dalla regione di Nakajima, con una storia curiosa alle loro spalle, che, ripensando a quel momento, mi è venuta voglia di raccontarvi presto. Il messaggio era di Jurga Po, così la conobbi e iniziammo subito a chiacchierare.
Ho sempre ammirato come racconta il tè e la vita dei tealovers attraverso le sue splendide foto e le sue interviste sul suo blog Prima Infusione. Chi l’avrebbe detto che tra quelle pagine ci sarei finita anche io?! Sono rimasta molto lusingata quando mi ha chiesto di far parte della sua rassegna dei 365 tealovers.
Sfortunatamente per un po’ non siamo riuscite ad incontrarci, ci siamo mancate per un soffio in diverse occasioni. Finalmente l’anno scorso, durante l’inaugurazione dello studio di Eastern Leaves abbiamo fatto conoscenza nella vita reale. Che piacere!
Abbiamo dialogato a lungo e Jurga ha scatto alcune di quelle stupende foto che solo un occhio delicato e esperto come il suo può fare. Io sono piuttosto timida e, ammetto, non amo molto stare dall’altro lato della fotocamera, ma mi sono sentita subito in connessione e, quando rompo il ghiaccio e si parla di una cosa che amo, nascono mille stimoli, ed è difficile fermarmi!
Un po’ di tempo dopo ci siamo risentite. Una domanda dell’ultim’ora e alla fine…eccola qua! La mia intervista è ora online. Fatemi sapere se siamo riuscite a trasmettere quanta passione, esperienza e storie ci sono dietro il tè!